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Platone in Italia

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Ogni angolo dell'Italia meridionale chiude tesori immensi di antichita; e non ve ne sarebbe tanta penuria, se i possessori non fossero tanto indolenti quanto lo e il ricco possessor del terreno dove era una volta Pesto, e dove oggi non vi si trova neanche un albergo per ospitare coloro che una lodevole curiosita muove dalle parti piu lontane dell'Europa a visitar le rovine venerabili della piu antica citta dell'Italia.

Il mio avo, eruditissimo, come tutto il mondo sa, nel greco idioma, tradusse il manoscritto.

Ma egli aveva giurato di non pubblicarlo; e, se ancora vivesse, il manoscritto non vedrebbe la luce del giorno.

Qualunque sia il giudizio che il pubblico pronunziera sopra questo libro, tutto il male, e tutto il bene, che potra produrre, dovrai, o lettore, attribuirlo alla morte del mio avo ed alla mia disobbedienza agli ultimi suoi comandi. "Che vale" - egli mi diceva - "rammentar oggi agli italiani che essi furono una volta virtuosi, potenti, felici?

Oggi non lo sono piu. Che vale rammentar loro che furono un giorno gli inventori di quasi tutte le cognizioni che adornano lo spirito umano?

Oggi e gloria chiamarsi discepoli degli stranieri". Io ho pensato diversamente dal mio avo, e ho deciso di pubblicare il manoscritto.

Non ti annoiero, o lettore, con un lungo discorso per dimostrartene l'autenticita.

Tutto cio che io potrei dirti si ridurrebbe infine a mostrarti l'esistenza dell'autografo. Ora l'autografo del mio avo si conserva da me, e son pronto a mostrarlo a chiunque abbia desiderio di vederlo.

Che poi Eraclea sia stata una citta tra Turio e Taranto, nel luogo che oggi chiamasi Policoro, e che nel suo territorio siano stati ritrovati molti monumenti antichi, e tra gli altri, le due celebri tavole commentate dall'illustre Mazzocchi, chi non lo sa?

E qual meraviglia che dove sono stati ritrovati tanti altri monumenti sia stato ritrovato anche questo?

Sappiamo che Platone e stato in Italia. Ce lo attesta Apuleio e colui il di cui detto vale piu del detto di Apuleio, Cicerone.

Che poi questo manoscritto sia conforme a tutte le tradizioni che la storia ci ha tramandato, apparira chiaro dalla consonanza d'infiniti suoi tratti coi tratti degli scrittori piu accreditati della Grecia e di Roma.

Cicerone ci ha conservato la memoria di un colloquio sulla virtu tenuta in Taranto tra Archita, Platone e Ponzio sannita.

Sapevamo da Plutarco che Platone non aveva mai approvato i pensieri di Dione, che voleva ristabilire il governo popolare in Siracusa; ma s'ignoravano le ragioni che avevano mosso Platone a dissentire da Dione.

Sapevamo che Platone aveva tenuto con Dionisia un lungo ragionamento sulla felicita; ma ci era ignoto cio che gli aveva detto. Ora in questo manoscritto tali ragionamenti si ritrovano quasi interi.

Vi si parla di Archita, di Timeo, di Ocello, di Alesside, ecc., e si descrivono quali gia ci apparivano o dalla storia o da quei frammenti delle opere loro che son pervenuti fino a noi.

Si vuol di piu? Vi ho notato molti passi che Virgilio ha posteriormente imitato con le stesse parole, quale e, per esempio, quello con cui il sannita Ponzio, parlando dei suoi maggiori, li chiama gente dura, nata dai duri tronchi degli alberi.

Questi passi e mille altri simili, che il lettore potra osservar da se stesso, mostrano, nel medesimo tempo, ed il pregio di questo manoscritto e la sua autenticita.

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Product Details
Independently Published
863645367Y / 9798636453673
Paperback / softback
12/04/2020
468 pages
152 x 229 mm, 680 grams
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